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MES - 6 dicembre 2019

MES: CHE SUCCEDE ORA? Piu' passano i giorni e piu' appare evidente che, per oltre un anno e mezzo, Governo e Parlamento, ma anche le altre Istituzioni preposte, hanno preso sottogamba la riforma del MES infilando il Paese in un cul de sac. Il Meccanismo, che di per se' sarebbe qualcosa di positivo, a detta di molti esperti ci penalizzerebbe nel momento in cui,  per accedervi (spero non accada mai), fossimo costretti, non rientrando nei parametri di accesso ordinari, a ristrutturare il debito. Dunque che fare? Una richiesta di modifiche ora appare tardiva, ma non votarlo sarebbe percepito come un pessimo segnale dai mercati con rischio di un nuovo innesco dello spread, che potrebbe raggiungere i picchi del luglio 2012. Votarlo, al contrario, vorrebbe dire proseguire nell'impegno di versare al fondo molti miliardi di Euro (comunque, meno rispetto a Francia e molto meno rispetto alla Germania). Tuttavia, in questa seconda ipotesi, la cosa e' per noi molto piu' gravosa per il fatto che subiamo da troppi anni una pessima situazione economico-finanziaria e, pertanto, quanto da noi versato pro quota pesa molto di piu' rispetto agli altri Stati membri partecipanti al fondo che beneficiano di conti in ordine (merito loro). Per comprendere meglio, basti pensare che dal momento del cosiddetto "Divorzio" fra il Ministero del Tesoro e la Banca d'Italia, avvenuto nei primi anni 80, ad oggi abbiamo pagato oltre 3800 miliardi di Euro di interessi, qualcosa come 2 volte il nostro Prodotto Interno Lordo. Ora, prima di concludere, provate a immaginare se il nostro debito pubblico fosse stato in linea con il parametro debito/pil fissato a Maastricht, quanti miliardi in esubero avremmo avuto a disposizione per riammodernare il Paese e le sue infrastrutture, premesso sempre che piu' importante dei soldi e avere le teste. #caffealle18

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