A proposito di evasione fiscale, un giovane Luigi Einaudi (Presidente della Repubblica dal 1948 al 1955) nel 1907 scriveva sul Corriere della Sera “Che i contribuenti combattano una diuturna, incessante battaglia contro il fisco è cosa risaputa, ed è nella coscienza di tutti che la frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno, quali sono, vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco”. Se partiamo dal presupposto che ogni rappresentante delle Istituzioni, per via del ruolo che ricopre, non potrebbe dire, riguardo all'evasione fiscale, cose molto diverse da quelle dette dal Capo dello Stato qualche giorno fa ad una scolaresca, tuttavia viene da chiedermi che cosa avrebbe detto Einaudi al posto di Mattarella. #caffealle18
Pe' prenne posizione sur tema der momenno, che po' esse er covidd, l'imigrazione, oppure er referendum, da "La Repubblica", a primo matino, Bertoldo se legge l'articolo de fonno. Ner pomeriggio, poi, se fa un giro da Fertrinelli a compra' er libbro più inn der momento. Pe pote' segui', der politically correct, l'umore se sfoja pure er sole 24 ore. De capoccia sua a ragiona' manco a parlanne, dovesse lo sforzo rompe quarche vena. Cor giornale sotto braccio er petto tronfio e cor libro più fico in mano, pronto per baccaja' su l'argomento, adascio adascio Bertoldo procede cojonato, fesso e contento.
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