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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

IL QUATTRO MAGGIO

Dal 4 maggio si riapre gradualmente (c'e' chi vorrebbe riaperture piu' celeri). Occorre essere vigili (e qui ognuno di noi, piu' del Governo e degli esperti sanitari, ci deve mettere il proprio impegno massimo) per non commettere passi falsi.  Se disgraziatamente il Covid-19 dovesse riprendere a galoppare (fattore R0 superiore a 1) sarebbe un contraccolpo micidiale per il morale e per la ripresa economica. Personalmente, confido, secondo quanto indicato dai prof. Tarro, Montagnier, Foche nell'aiuto decisivo del caldo estivo, e non ho smarrito definitivamente le speranze, a breve, in qualche combinazione definitiva e decisiva di farmaci antivirali (sarebbe il miglior pungolo alla ripresa economica e determinerebbe il boom per il turismo). Purtroppo, molti connazionali (camerieri, barman, guide turistiche, artisti di strada, parrucchieri, lavoratori di cooperative di servizi, esercenti vari come pizzerie a taglio, agenzie di viaggio, palestre, agriturismi,

UNA RIFLESSIONE SULLA GIORNATA DI IERI

Anche ieri, come del resto gli anni addietro, il mio atteggiamento verso questa solenne ricorrenza è stato di quasi silenziosa deferenza. Atteggiamento, probabilmente, indotto dall'inconscio timore  -non avendo fortunatamente, io e la mia generazione, mai sofferto e patito, al contrario dei martiri di allora, per la privazione della libertà-  di banalizzare quei tragici eventi storici sui quali si fonda la nostra libertà e democrazia. Cos'altro occorre, scriveva un mio amico ieri, per capire che il 25 aprile è la festa della liberazione di tutti TUTTI gli italiani? Nel suo post riportava un episodio significativo, molto bello, avvenuto nel 1972 nell'aula del Senato della Repubblica: pare che Giorgio Pisanò (tra i fondatori del Movimento sociale italiano), incontrando Vittorio Foa (antifascista militante, esponente del Partito d'Azione nella Costituente, successivamente deputato per il Psi e poi per il Pci) dicesse "Ci siamo combattuti da fronti contrappost

SE TUTTO VA BENE SIAMO ROVINATI

E’ inutile girarci attorno: il nostro Paese è da decenni letteralmente asfissiato da un debito pubblico elefantiaco.  Dall’adesione al trattato di Maastricht ad oggi non siamo stati in grado (complice anche una architettura istituzionale che non assicura una governabilita' responsabile) di riallinearlo, o  quantomeno avvicinarlo, a quello che è il parametro fondamentale (60% debito/pil) per poter rimanere decentemente nonche' proficuamente nell’Unione. Il problema grosso del debito è la montagna di interessi che vi paghiamo sopra: per avere una idea basti pensare che, dal 1981 (anno dello “sciagurato” "Divorzio" fra Ministero del Tesoro e Banca d'Italia) ad oggi, abbiamo corrisposto oltre 3800 miliardi di Euro di interessi, qualcosa come 2 volte il nostro Pil.  Ecco il motivo per cui, realisticamente  -con un debito che si preannuncia, a causa della crisi economica da Covid-19, schizzare dal 135% al 180%-,  l’unica strada, per poter continuare in modo sos

NOMINE PARTECIPATE

Sono sempre piu' dell' idea (da 15 anni a questa parte) che gli incarichi pubblici (ma anche gli appalti) vadano assegnati, in modo trasparente e democratico, mediante sorteggio nell'ambito di elenchi (intendo, ovviamente, elenchi aperti e non cartelli di amici e clientes) di professionalita' e competenze certificati e accreditati. 

ITALIA CONTRO RESTO DEL MONDO

Politici, commentatori, opinionisti, giornalisti e, di conseguenza, utenti dei social avanti col "turpiloquio" a 360 gradi. Manca solo la "perfida Albione" e poi ce n'e' per tutti: ovviamente per la Merkel e la Germania e il suo "infido scudiero" l''Olanda, per Macron e la Francia, per Trump e gli Stati Uniti, per la Russia e Putin, per Boris Johnson e il Regno Unito, l'Ungheria, l'Iran, Israele, per la Cina e perfino per Cuba. Chi ci rimette e' l'immagine di un Paese, le buone relazioni e, soprattutto, gli Italiani che vivono in quei Paesi o vi intrattengono scambi commerciali e culturali. Come non rimpiangere Giulio Andreotti? Europeista e atlantista, soprattutto realista, cercò di ampliare i margini operativi dell'Italia in ogni angolo del mondo attraverso una azione sostanziale, anche curando e mantenendo i buoni rapporti e le buone maniere e adoperando un linguaggio consono, garbato, mai fuori posto.

GOVERNO, COVID-19 E DPCM: DUBBI DI LEGITTIMITA'

Non per contraddire un "maestro" come il prof. Cassese, e non in aiuto del Governo in carica  i cui errori e ritardi iniziali in questa vicenda sono noti. Tuttavia, ho l'impressione (a parte la pessima tecnica legislativa e purche' tutto rientri nel naturale alveo costituzionale il piu' presto possibile) che l'aspetto emergenziale che giustifica il potere di decretazione tramite DPCM e ordinanze "contingibili e urgenti" sara' molto piu' evidente fra qualche tempo, a posteriori, quando i contorni e i risvolti minacciosi di questo agente patogeno ancora poco conosciuto saranno meglio delineati. Entrando un po' piu' nel merito, ritengo che in una situazione di stato di necessita', di emergenza improvvisa e imprevedibile, il fondamento dei divieti e delle restrizioni dei decreti e delle ordinanze vada ricercato in quell'imperativo morale, prima ancora che giuridico, del neminem laedere. Fu proprio tale imperativo che spinse M

"Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto [...]" Luigi Einaudi

Scrivo su questo blog e mi occupo in genere di problemi di partite IVA da almeno 15 anni e, anche per rispondere a svariate sollecitazioni e inviti qui sui social, voglio suggerire, in questa crisi economica da pandemia, a negozianti, commercianti, esercenti ed artigiani di non confidare molto nell'aiuto in "danari"; alla fine ne arriveranno pochi per ovvie ragioni: non siamo la Germania e le finanze pubbliche sono, purtroppo, quel che sono.  Sarebbe piu' utile puntare (per chi, spero di cuore, ne abbia ancora l'energia e la voglia) per una sospensione temporale ragionevole (ovviamente, anche nel post emergenza) di termini di pagamento, impegni, affitti, mutui esecuzioni e procedure concorsuali. In vista, poi, di una auspicabile e graduale ripartenza, sarebbe altrettanto utile pretendere (e mi auguro che su questo punto vi sia la convergenza da parte di tutte le forze politiche responsabili) l'azzeramento di ogni "vessazione" fiscale, regolamen

RUTTE & MERKEL CATTIVI?

Il no di Olanda e Germania sugli Eurobond (o Coronabond) mi dispiace, ma lo trovo del tutto legittimo. A parti invertite credo che qualsiasi ministro delle finanze avrebbe opposto, responsabilmente, il medesimo rifiuto. In sostanza, alla Germania, in particolare, gli si chiede, mutatis mutandis, di fare ciò che fece con la Germania dell’Est nel post riunificazione del 1990 (in quel caso, però, trattavasi di fratelli tedeschi). Ovviamente il timore di Olanda, Germania e dei Paesi del nord meno indebitati è che gli Eurobond (o Coronabond), in caso di insolvenza di uno degli Stati membri maggiormente indebitati  (Grecia, Spagna, Italia), alla luce della garanzia prestata in solido da tutti gli Stati della UE, potrebbero pregiudicare le rispettive oculate finanze. Preso atto di quanto sopra, tuttavia Mark Rutte e Angela Merkel dovrebbero capire che noi italiani ci troviamo, ovviamente per responsabilita' nostre, in un vicolo cieco e che senza Eurobond, o meglio, senza la pos

COVID-19 E AIUTI ALLE IMPRESE: La testimonianza di un italiano in Germania

Posto la TESTIMONIANZA raccolta da Federico un italiano originario del Veneto che ha una gelateria in Germania con 13 dipendenti in estate e 4-6 in inverno (tra fissi e part time) e che ringrazio: "Sono commerciante in Germania e ho chiesto gli aiuti. Sono 9 mila euro una tantum per 3 mesi per ditte fino a 5 dipendenti fissi. Sono 15mila una tantum per ditte dai 6 ai 10 dipendenti per 3 mesi. Una volta. Se la crisi dovesse durare di più saranno presi altri provvedimenti, tra cui i Land pagheranno gli affitti" Alla mia osservazione circa la risaputa organizzazione dei tedeschi: "Si , una cinica organizzazione. Gli aiuti li hanno organizzati in 10 giorni. Un sito del ministero. 10 min e senza Crash ... 5 giorni dopo l'aiuto (a fondo perduto) era sul conto in banca" Alla fine del nostro simpatico scambio su Messenger chiosa: "Mai avrei creduto ad un aiuto de genere. Io tre settimane fa ero disperato . Ormai pensavo di fallire. Di aver buttato 20 a

COVID-19: Speriamo che il caldo ci dia una mano

Ho l'impressione che l'ondata di caldo in arrivo ci dara' una grossa mano contro questo coronavirus simil-influenzale (a meno che il Covid-19 non lo abbia forgiato il "diavolo" in persona). Sarebbe un aiuto utile per smorzare definitivamente i focolai di infezione, e per permettere la guarigione completa di tutti i contagiati e dei ricoverati in ospedale e nelle terapie intensive. Dovremmo essere bravi a sfruttare questo inaspettato, si spera, aiuto per far respirare il sistema sanitario e il suo personale nonche' per riorganizzare e approntare nuovi posti nelle terapie intensiva. Dovremmo essere altrettanto bravi a procurare e fornire mascherine e DPI a tutti gli Italiani rendendole, finalmente, obbligatorie, poiche', fintantoche' non uscira' un medicamento antivirale capace di bloccare la replicazione virale sul nascere (credo di meno nell'efficacia di un vaccino per un virus simil-influenzale che muta di anno in anno) il problema, verosim

EUROBOND o MES? Fronteggiare la crisi economica da Covid-19

Creare nuovo debito attraverso gli EUROBOND significherebbe pagare tassi di interesse prossimi allo zero, con uno spread disinnescato e con la certezza di collocare gli EUROBOND sui mercati finanziari; Significherebbe, altresi', la possibilita' di rifinanziare, gradualmente, tutto il vecchio debito pubblico italiano, man mano che scade, sostituendolo con i nuovi EUROBOND piu' solidi poiche' garantiti da tutti i Paesi UE e molto piu' convenienti per noi. Cio' comporterebbe un salutare alleggerimento dell'insopportabile carico degli interessi sul nostro debito pubblico.  A mio avviso, questa e' l'unica possibilita' sostenibile per poter rimanere nell'Unione Europea. Va aggiunto che l'iter degli EUROBOND , a differenza del prestito MES, per essere approntato richiede del tempo e, a fronte dell'impellente bisogno di liquidita', si dovrebbe dunque valutare, nell'immediato, la possibilita' di ritenere sufficiente un imp