Dopo la prevedibile reazione dell’Iran con il lancio di 15 missili contro le basi americane in Iraq, si spera nelle diplomazie affinche' sappiano contenere le reciproche rappresaglie e ritorsioni in ambiti contenuti e “accettabili”. Tuttavia, non e' un mistero, che il problema dei problemi inerisce il nucleare. L’Iran, il 7 novembre scorso, alla presenza degli ispettori dell’agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha ripreso il programma di arricchimento dell’uranio (programma sospeso a seguito degli accordi del 2015) nel sito di Fordo a sud di Teheran e, subito dopo l’eliminazione del suo generale, ha annunciato di voler continuare senza più alcun limite. La costruzione dell’arma atomica in Medio Oriente è un problema di vecchia data che crea fortissime paure e, soprattutto, diffidenze che travalicano qualsiasi tipo di negoziato. Nel giugno del lontano 1981 (allora le attenzioni furono rivolte all'Iraq di Saddam Hussein) un attacco aereo a sorpresa da parte di Israele distrusse definitivamente il reattore nucleare iracheno di Osiraq, peraltro, già danneggiato l'anno precedente dall'aviazione militare di Teheran (evidentemente a quel tempo era l’Iran ad essere preoccupato del fatto che un suo nemico si dotasse di armi nucleari). Ora, il problema si ripresenta in tutta la sua attualita' nonche' drammaticità. Si puo' considerare un fatto trascurabile, una questione chissa' ancora quanto procrastinabile, che il regime degli ayatollah di Teheran (i quali considerano la cancellazione dello Stato di Israele dalla faccia della terra come un qualcosa di "non negoziabile") possa costruire e detenere ordigni atomici? E cio' gioverebbe o nuocerebbe alla pace e alla stabilita' dell'intera regione mediorentale? Sono domande che si pongono non solo Israele e l’amministrazione Trump, ma anche l’Arabia Saudita, la Turchia, la Siria e la stessa Russia di Putin. #caffealle18
Pe' prenne posizione sur tema der momenno, che po' esse er covidd, l'imigrazione, oppure er referendum, da "La Repubblica", a primo matino, Bertoldo se legge l'articolo de fonno. Ner pomeriggio, poi, se fa un giro da Fertrinelli a compra' er libbro più inn der momento. Pe pote' segui', der politically correct, l'umore se sfoja pure er sole 24 ore. De capoccia sua a ragiona' manco a parlanne, dovesse lo sforzo rompe quarche vena. Cor giornale sotto braccio er petto tronfio e cor libro più fico in mano, pronto per baccaja' su l'argomento, adascio adascio Bertoldo procede cojonato, fesso e contento.
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