Bastava, a suo tempo, scegliendo la via del dialogo e della ragionevolezza e non quella dell'autoreferenzialita' e dell’"ingordigia" di potere (tentazione, ahimè, ricorrente in ogni leader di turno col vento in poppa) che l’on. Boschi, Matteo Renzi & Adulatores (oggi col solo 4% nei sondaggi molti di meno) -i quali viaggiavano intorno al 40% del consenso popolare- ascoltassero i suggerimenti e le riserve di autorevoli giuristi (Cit. Zagrebelsky, Rodotà, Pace, Ferrara, Gallo, Villone, Besostri, Azzariti, Grandi, Carlassare, Ainis etc.) i quali opportunamente paventavano il rischio concreto di un “governo padrone del sistema costituzionale”, di una “dittatura della maggioranza”, di un “governo degli oligarchi”, di “strapotere del partito unico” (allora, ovviamente, PD). Non ebbi in simpatia quella riforma gia' dal luglio 2014 intravedendo, fin dalla fase di gestazione, il rischio di una maggioranza (minoranza nel Paese) “pigliatutto”; inoltre, non apprezz
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