Il "Bailamme" sulla fondazione Open mi fa venire in mente il discorso di Craxi alla Camera dei deputati (3 luglio 1992) sul finanziamento dei partiti (ne consiglio a chi e' giovane la visione su YouTube). Craxi fu il capro espiatorio di ogni malaffare. Probabilmente, per la legge di causalita' che governa i fenomeni dell'universo, stiamo amaramente scontando, come italiani, l'ipocrisia e l'odio che riversammo sulla classe politica di allora additandola, comodamente, come sola responsabile dell'illegalita' diffusa e dimenticandone i meriti. Chi agito' il cappio contro Craxi (non faccio nomi per rispetto della dignita' delle persone), lucrando facilmente consenso elettorale, in quello stesso cappio giustizialista ci e' finito col proprio collo (e questo e' un insegnamento che i novelli "manettari" non dovrebbero dimenticare). Ho sempre ritenuto un errore l'abolizione tout cout del finanziamento pubblico dei partiti. Semmai, il finanziamento pubblico andrebbe subordinato all'introduzione, nei partiti che lo richiedono, di severi e sostanziali criteri di reale democrazia e partecipazione, interna ed esterna. I partiti politici sono il necessario trait d'union fra sovranita' popolare e Istituzioni e non possono essere dei club esclusivi o peggio delle consorterie regno del peggior familismo amorale.
Pe' prenne posizione sur tema der momenno, che po' esse er covidd, l'imigrazione, oppure er referendum, da "La Repubblica", a primo matino, Bertoldo se legge l'articolo de fonno. Ner pomeriggio, poi, se fa un giro da Fertrinelli a compra' er libbro più inn der momento. Pe pote' segui', der politically correct, l'umore se sfoja pure er sole 24 ore. De capoccia sua a ragiona' manco a parlanne, dovesse lo sforzo rompe quarche vena. Cor giornale sotto braccio er petto tronfio e cor libro più fico in mano, pronto per baccaja' su l'argomento, adascio adascio Bertoldo procede cojonato, fesso e contento.
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