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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

PRIVILEGI E STATO DI DIRITTO

Beninteso, non ho nulla contro gli ex parlamentari che appellandosi alla legge, alla giurisprudenza e allo "Stato di diritto" difendono il loro vitalizio e il vecchio metodo di calcolo; non mi piace fare i conti in tasca agli altri.  Molto probabilmente, quello che ha fatto l'altro ieri la Commissione giurisdizionale del Senato (tuttavia, di giurisdizionale, nella sostanza, mi pare abbia ben poco, temo il prof. Elio Fazzalari impallidirebbe) ha solo anticipato la probabile bocciatura, da parte della Consulta e/o in ultima istanza, della CEDU di Strasburgo,  della delibera voluta dal movimento 5 stelle e nata "arraffazzonata" in partenza, come spesso accade ai provvedimenti legislativi recenti. Tuttavia, la copertura di legittimita' e la giurisprudenza costituzionale sui "diritti acquisiti" non rendono, per questo, i vitalizi e il loro metodo di calcolo "meno privilegio" di quel che sono nella realta' dei fatti e nella percezion

E COME DARGLI TORTO IN ITALIA ...

Ai giovani laureati italiani non piace più “la vita spericolata” e preferiscono il posto fisso. Questo e' quanto emerge da uno studio condotto su circa 2000 studenti tra i 18 e i 25 anni dal "Sanpellegrino" Campus. Già, peraltro, uno studio di un paio di anni fa aveva evidenziato che tra i 18-24enni l’81% aspira ad un impiego pubblico.  E come dargli torto...  Immaginate un ragazzo di quell’età il quale magari osserva il padre, gestore di un bar, "smadonnare" dalla mattina alla sera tra affitti, commercialista, adempimenti burocratici vari, incassi poco brillanti, problemi con i dipendenti (di questi tempi di lockdown da pandemia, poi, con la cassa integrazione che non arriva), combattere con ansia, pressione alta, insonnia, nervosismo e, poi, invece, sempre il medesimo ragazzo, osservare lo zio, impiegato al Ministero dei beni culturali (con tutto il rispetto e la considerazione per questo tipo di lavoro), condurre, sicuramente, una vita più tranquill

GENERALIZZAZIONI SU DIPENDENTI PUBBLICI E LAVORATORI AUTONOMI

Coltivo da qualche decennio una mia idea empirica, ovvero che uno Stato (o altro ente territoriale) per raggiungere un necessario punto di equilibrio finanziario, debba perseguire il rapporto (1:7), un dipendente pubblico ogni sette lavoratori autonomi e, altresi', adottare politiche economiche, fiscali e sociali volte a rendere piu' appetibile l'apertura della partita IVA rispetto all'impiego pubblico, al tempo stesso, qualificando e valorizzando quest'ultimo al meglio. Anche sullo smart working che in questi ultimi giorni e' stato fatto oggetto di polemiche (il giuslavorista, prof. Pietro Ichino "lo smart working? Una vacanza retribuita"; il sindaco di Milano, Beppe Sala "Basta con lo smart working, torniamo a lavorare. Smettiamo con l'effetto grotta che ci fa stare a casa e prendere lo stipendio") andrebbe operata, a mio avviso, una valutazione complessiva, scevra da generalizzazioni e proclami. In sostanza, ben venga il lavoro

GIU' LE MANI DA UN GIORNALISTA DAVVERO LIBERO

Ai tempi dell'Università, ero un un fedele lettore degli articoli di fondo di Montanelli nonché dei suoi coinvolgenti ritratti di personaggi storici dell’antica Roma (allora, avevo inserito nel mio piano di studi di diritto, un pò per passione un pò per vezzo, l'esame di storia romana alla facoltà di lettere de La Sapienza) Una sera a Roma ero in compagnia di un mio caro e vecchio amico (che poi si è fatto strada nel partito), avevo una copia de “Il Giornale” di Montanelli piegata sotto il braccio, e lui, quasi sorpreso della mia non celata ammirazione per il grande giornalista scomparso nel  2001, con un intercalare romanesco, mi fece “ma certo sei strano, dici che sei di sinistra e poi leggi Montanelli che è fascista”. Indro Montanelli, oltre ad essere (a mio parere) il più grande giornalista italiano di tutti i tempi è stato un uomo irripetibile dalla cultura storica monumentale, straordinariamente intelligente, razionale, raffinato, dignitoso, mai sul carro del vinci

SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Oggi 2 giugno 2020, festa della Repubblica Italiana, a causa del coronavirus Sars-Cov-2, non assisteremo alla tradizionale parata militare di Roma ai Fori Imperiali. Idealmente, comunque, sfilano i reparti del Servizio Sanitario Nazionale, medici, infermieri e operatori sanitari, da Aosta a Lampedusa, in onore dei 163 medici e 40 infermieri caduti sul campo, con coraggio, senso del dovere e amore verso il prossimo, dall'inizio della pandemia ad oggi.  Possano loro, orgoglio nazionale, continuare ad alleviare sofferenze in Italia e nel mondo. Con gratitudine.