Apprezzo Carlo Calenda che sulla vicenda della nave GREGORETTI e sull'autorizzazione a procedere a carico dell'ex Ministro dell'Interno si comporta da leader politico responsabile che ritiene il capo della Lega un avversario e non un nemico e che intende la politica come contrapposizione, anche dura, ma non come vendetta. Senza entrare nel merito della ipotesi accusatoria che vede, cosa alquanto insolita, un Tribunale andare contro la tesi della Procura che aveva chiesto l'archiviazione, a me pare, che la collegialita', come ribadito da Calenda, di quell'atto non sia revocabile in dubbio per come si svolsero i fatti e alla luce dell'art. 95 della Costituzione. La vicenda, in caso di voto favorevole della Giunta e poi dell'Aula, potrebbe avere dei risvolti deleteri per la sicurezza: provate, infatti, ad immaginare, il messaggio di implicito avallo ad una linea "lassista" (credo un unicum nel mondo) in tema di contrasto della immigrazione clandestina che arriverebbe sulle coste libiche dove vi sono, oltre a decine di migliaia di persone che premono in cerca di una aspettativa di vita migliore, anche miliziani e terroristi mascherati e ora, pure, i soldati dell'esercito turco di Erdogan. Il voto contro l'autorizzazione a procedere e' un voto non a favore di Salvini ma a tutela dell'autonomia della politica. #caffealle18
Pe' prenne posizione sur tema der momenno, che po' esse er covidd, l'imigrazione, oppure er referendum, da "La Repubblica", a primo matino, Bertoldo se legge l'articolo de fonno. Ner pomeriggio, poi, se fa un giro da Fertrinelli a compra' er libbro più inn der momento. Pe pote' segui', der politically correct, l'umore se sfoja pure er sole 24 ore. De capoccia sua a ragiona' manco a parlanne, dovesse lo sforzo rompe quarche vena. Cor giornale sotto braccio er petto tronfio e cor libro più fico in mano, pronto per baccaja' su l'argomento, adascio adascio Bertoldo procede cojonato, fesso e contento.
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