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Visualizzazione dei post da 2021

ROMA oggi al voto, tra forti delusioni e deboli speranze

Governare una città complicata come Roma costituisce, lo penso da molto tempo, l’incarico amministrativo più gravoso, impegnativo e difficile d’Europa. Una congerie di problemi, inefficienze, diseconomie, interessi corporativi e sindacali, non sempre limpidi, stratificati da decenni, paralizzano di fatto la città causando un lento e inarrestabile declino che si ripercuote su ogni aspetto socio-economico comportando un costante peggioramento della qualità della vita. La Capitale d’Italia, sembrerà paradossale, è vittima di una burocrazia asfissiante e, in genere, di una politica che con dinamiche e pratiche “ malsane ", ben note, inconciliabili con le moderne esigenze della produzione, giocoforza, spaventa, allontana, menoma o, ben che vada, condiziona il ceto produttivo sano capitolino (e non solo quello capitolino) a scapito di organizzazione, progresso, legalità, ricchezza e innovazione. Da tempo immemore nella città manca un grande piano di decoro e controllo urbano: Roma pur n

Governo Draghi al via fra speranze e timori

Sono consapevole che il Governo che ieri ha ottenuto una ampia fiducia da parte del Parlamento dovrà assumere, suo malgrado, fin dalle prossime ore, misure dolorose e indigeste; tuttavia resto dell’opinione che Mario Draghi sia l’uomo più adatto a guidare il Paese in questo particolare e drammatico momento.  Nessuno meglio di lui ha dimestichezza con i meccanismi monetari e finanziari, nessun italiano al pari di lui gode di prestigio e credito internazionale (lo spread sotto i 90 punti ne è la conferma) e, riguardo a quel che dirò a breve, nessuno più di lui viene considerato parte integrante da quell’establishment europeo (UE-BCE) con cui dovremo giocoforza interloquire e fare i conti i prossimi anni. Mi auguro che, nel governare concretamente il Paese, Mario Draghi, i suoi uomini di fiducia nel Consiglio dei Ministri nonché quell’establishment europeo cui ho fatto cenno poc’anzi, prendano atto, senza infingimenti e ipocrisie, che (in un Paese drammaticamente senza crescita economica

Mario Draghi ... la scelta migliore nell'ora più buia

Prediligo, almeno per mia esperienza, la cautela dopo la delusione provata nel 2011 col sen. Mario Monti del quale non perdevo un intervento sul Corriere e che, invece, alla fine lasciò solo tasse e nuova miseria, morale sotto i tacchi, l'ennesimo partito incolore dissoltosi nel nulla e le tanto declamate riforme liberali rimaste negli articoli di fondo del Corsera oltre a periodici sermoni deprimenti.  Da Mario Draghi (sempre che accetti l'incarico dal Presidente Mattarella e ottenga, successivamente, la fiducia delle Camere) non dobbiamo attenderci miracoli, bensì sperare in una inversione di tendenza.  Arriva nell'ora più buia per il Paese dal dopoguerra ad oggi: Infatti, piano vaccinale permettendo, usciremo dall'emergenza sanitaria con un debito pubblico almeno al 160% (eravamo, prima della pandemia, già drammaticamente al 135%), e se la crescita del PIL seguirà l'andamento degli ultimi decenni non abbiamo scampo. Il Covid-19, soprattutto per noi italiani, è eq

Un "nuovo" Senato perno di un rinnovato sistema istituzionale e il ruolo fondamentale dei piccoli partiti - uno spunto di riflessione -

Trasformismo parlamentare (favorito dall’indebolimento delle ideologie); instabilità politica; 65 Governi in 73 anni di storia della Repubblica Italiana; Esecutivi che, di fatto, non scelgono e disperdono le loro responsabilità all’interno di coalizioni "posticce" e disomogenee; ricorrente paura delle urne per via del timore (anche a causa di leggi elettorali maggioritarie con premi in seggi che hanno sostituito il vecchio sistema proporzionale puro, annacquando di fatto i quorum) di consegnare il controllo delle due Camere e dunque il Governo, pressoché indisturbato, del Paese agli “odiati” avversari politici; preoccupante delegittimazione e radicalizzazione dello scontro politico. Queste le vicende cui assistiamo puntualmente ad ogni crisi di governo (e quella in atto non fa eccezione), le quali mettono in risalto i difetti, i limiti e le degenerazioni dovute all’eccesso di parlamentarismo che nel 1948 traeva nobile giustificazione dall’uscita del Paese da un regime autorit