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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

CORONAVIRUS IERI I PRIMI DUE CASI ACCERTATI IN ITALIA - decisivi i prossimi 15 giorni

Visto che il CORONAVIRUS e' sbarcato in Italia non sarebbe il caso che, precauzionalmente, le Farmacie e i magazzini di articoli sanitari, soprattutto nelle grandi citta', si dotassero di scorte di efficaci maschere antivirus? Senza fare allarmismo ritengo che tutto sommato sia meglio eccedere anche in modo esagerato nelle misure di prevenzione e magari, a emergenza finita, riderci su. Non sono state le due infezioni diagnosticate a Roma a farmi scrivere questo post, gia' la mattina della "spensierata" scorsa domenica elettorale passata postavo " ALLARME CORONAVIRUS [...] In casi come questo la tempestivita' di intervento delle autorita' sanitarie e' fondamentale e preziosissima. Meglio misure in eccesso che in difetto (tradotto, a mio avviso, bisognava chiudere i voli aerei con la Cina gia' qualche settimana fa) meglio anche per un solo caso segnalato mettere in quarantena una intera citta' che confidare su precedenti medico-scientific

TRUMP PRESENTA IL SUO PIANO DI PACE PER IL MEDIO ORIENTE

Credo che se Donald TRUMP scoprisse oggi stesso il rimedio per il coronavirus cinese e ne facesse dono al mondo ci sarebbe comunque sempre da obiettare. Non è stata nemmeno formalizzata in tutti i suoi particolari che la proposta di pace del Presidente americano per il Medio Oriente è stata già sostanzialmente bocciata dalla stampa: "L'accordo di Pace di Trump potrebbe essere il via libera per il piano di annessione di Israele" scrive Haaretz; “La sua proposta potrebbe non portare alla pace…” chiosa l'Economist. Ma un minimo di buona volonta' e ambizione al piano di Trump andrebbe riconosciuta: in sintesi, per ciò che si sa, nell’arco temporale di quattro anni di negoziati in cui Israele dovrebbe congelare i nuovi insediamenti, è prevista la creazione di uno Stato Palestinese indipendente accanto a quello di Israele che avrebbe in Gerusalemme Est la propria capitale. Il territorio dello Stato palestinese sarebbe sostanzialmente raddoppiato e le varie parti (com

UNA LETTURA DEL VOTO IN EMILIA ROMAGNA

Gli ultimi sondaggi e l’alta affluenza registrata già verso mezzogiorno mi avevano fatto presagire, come per l’Umbria, un esito favorevole per la candidata della Lega. In Emilia Romagna non è stato così. I due vincitori sono, comunque, senza dubbio Bonaccini e Salvini. Il primo poiché, favorito in partenza, evidentemente è stato giudicato un amministratore capace, tanto è vero che è stato votato pure da elettori tendenzialmente di centro destra grazie anche al meccanismo del voto disgiunto, mentre il secondo, pur con gli errori di cui dirò a breve, ha saputo dare ad una competizione regionale una valenza nazionale che ha tenuto aperta, fino all’ultimo giorno, una partita altrimenti scontata. Ovviamente, non do un giudizio negativo sulla Borgonzoni, a me sconosciuta, in quanto per poter dare un giudizio sull’operato di un amministratore mi riservo sempre di vederlo all’opera. Dicevo poc’anzi degli errori di Salvini che, a mio avviso, sono stati almeno tre e gli sono costati voti fors

ALLARME CORONAVIRUS

Spero che la scorpacciata elettorale emiliana, con tutta la "coda" che ne seguira' i prossimi giorni a seconda di chi vince stasera, non distolga l'attenzione, anche della politica, da quella che si sta rivelando una pericolosissima emergenza sanitaria che potrebbe avere ripercussioni planetarie. Francamente le dichiarazioni preoccupate di un leader mite e "onnipotente" come XI Jinping fanno temere il peggio. Le testimonianze dirette di cittadini cinesi residenti in Italia e rientrati in Cina per festeggiare il capodanno nonche' dei reporter confermano la gravita' della situazione anche in zone lontane dalla città di Wuhan. Fatto raccapricciante, ove confermato, pare che i contagiati poveri vengano respinti dagli ospedali (le cure costerebbero 144 dollari al giorno) ormai presi d'assalto. In casi come questo la tempestivita' di intervento delle autorita' sanitarie e' fondamentale e preziosissima. Meglio misure in eccesso che in dif

LE IENE, STRISCIA, IL CITOFONO E LE PIAZZE DI SPACCIO

L'unica risposta opportuna ai pur "coraggiosi" inviati delle Iene e di Striscia la Notizia che girano le  piazze di spaccio di mezza Italia per disturbare e denunciare i tanti "dispensatori" di morte e ad un "incauto" leader politico che inopportunamente citofona ad un presunto spacciatore di quartiere in base ad una segnalazione dei vicini, e' che i 3 Poteri dello Stato mettano, congiuntamente, al centro della loro attivita' una delle funzioni cardine dello Stato liberale: la sicurezza dei propri cittadini e il controllo del territorio. Cio' va fatto nel rispetto della legge e con le garanzie previste dall'ordinamento giuridico, ma con la massima determinazione occupando "militarmente" con gli agenti delle forze di Polizia e Carabinieri, con gli operatori dei SerT e, soprattutto, con insegnanti ed educatori le troppe periferie degradate e degradanti del nostro Paese. Non e' solo una questione di spaccio e di reati conn

CRAXI 20 ANNI DOPO

Premetto, a chi avra' la curiosita' di leggere questo lungo post, che non sono stato un sostenitore di Craxi quando negli anni 80 era un uomo osannato, sia perché all’epoca ero molto giovane, sia perché, in fondo, il potere con i suoi "adulatores" mi ha sempre un po' disgustato.  Una delle peggiori mistificazioni che ho ascoltato su Craxi nel corso di questi anni da parte dei suoi detrattori è la contrapposizione, in termini poco edificanti, con Pertini. I due avevano temperamenti forti nonché una differente cultura e visione politica, ma vantavano una comune e solida militanza nel PSI, ed il 4 agosto 1983 Craxi giurava come capo del primo governo socialista dell’Italia repubblicana nelle mani di Pertini primo presidente della repubblica socialista (vedi foto). Nessuno può dire come avrebbe reagito Pertini, scomparso qualche anno prima, di fronte alla triste sorte di Craxi, ma personalmente una idea me la sono fatta avendo ancora in mente l’espressione affe

CALENDA E LA NAVE "GREGORETTI"

  Apprezzo Carlo Calenda che sulla vicenda della nave GREGORETTI e sull'autorizzazione a procedere a carico dell'ex Ministro dell'Interno si comporta da leader politico responsabile che ritiene il capo della Lega  un avversario e non un nemico e che intende la politica come contrapposizione, anche dura, ma non come vendetta. Senza entrare nel merito della ipotesi accusatoria che vede, cosa alquanto insolita, un Tribunale andare contro la tesi della Procura che aveva chiesto l'archiviazione, a me pare, che la collegialita', come ribadito da Calenda, di quell'atto non sia revocabile in dubbio  per come si svolsero i fatti e alla luce dell'art. 95 della Costituzione. La vicenda, in caso di voto favorevole della Giunta e poi dell'Aula, potrebbe avere dei risvolti deleteri per la sicurezza: provate, infatti, ad immaginare, il messaggio di implicito avallo ad una linea "lassista" (credo un unicum nel mondo) in tema di contrasto della immigrazione

FLAT TAX SI FLAT TAX NO

Prendo spunto da due Tweet critici (uno di Irene Tinagli di qualche giorno fa e l'altro di Oscar Giannino del maggio scorso) in merito alla c.d. "flax tax" al 15% per i lavoratori autononi, introdotta dal precedente governo con una soglia fino 65 mila euro di ricavi (l'aliquota passava al 20% fino a 100 mila euro di ricavi) e riconfermata, pur dopo vari tentennamenti e con dei paletti piu' stretti, dall'attuale governo. I rilievi di iniquità mossi nei due "autorevoli" tweet sarebbero pure, a mio avviso, condivisibili in una situazione di normalita' o di "equilibrio". Al contrario, ci troviamo in un Paese dove negli ultimi dieci anni sono spariti 200 mila negozi, dove solo nei primi mesi del 2019 hanno chiuso 6500 botteghe artigiane e dove nell'ottobre scorso a Prato (dico a Prato) ad un concorso pubblico per 21 tecnici amministrativi si sono presentati più di 5 mila candidati (e presumo chissa' quante decine di migliaia hanno

HAMMAMET di Gianni Amelio - 10 gennaio 2020

HAMMAMET è semplicemente un film sul dolore. Un film che racconta molto bene il dolore di un ex leader un tempo osannato e “onnipotente” e in seguito malato ed umiliato, di una figlia amorevole che somatizza il dolore del proprio padre, del dolore fisico e psichico del figlio di uno dei tanti amministratori allora coinvolti. Un dolore che oltrepassa lo schermo unitamente alle mortificazioni (vedi l’episodio dei turisti italiani al porto) e all’ipocrisia di un popolo sempre abile a saltare sul carro del vincitore (e ciò sia di riflessione ai "potenti" di oggi) da lasciare alla fine lo spettatore angosciato (ho visto la proiezione ieri su invito della federazione metropolitana del PSI di Roma che saluto e ringrazio). Dolore che merita rispetto da parte di tutti, anche dei denigratori incalliti, sempre di meno, che potevano almeno ieri, in occasione dell’uscita del film rievocativo, risparmiarsi articoli dal dubbio gusto volti a rimarcare le disavventure giudiziare (nessuno i

L'IRAN E L'ATOMICA - 8 gennaio 2020

Dopo la prevedibile reazione dell’Iran con il lancio di 15 missili contro le basi americane in Iraq, si spera nelle diplomazie affinche' sappiano contenere le reciproche rappresaglie e ritorsioni in ambiti contenuti e “accettabili”. Tuttavia, non e' un mistero, che il problema dei problemi inerisce il nucleare. L’Iran, il 7 novembre scorso, alla presenza degli ispettori dell’agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha ripreso il programma di arricchimento dell’uranio (programma sospeso a seguito degli accordi del 2015) nel sito di Fordo a sud di Teheran e, subito dopo l’eliminazione del suo generale, ha annunciato di voler continuare senza più alcun limite. La costruzione dell’arma atomica in Medio Oriente è un problema di vecchia data che crea fortissime paure e, soprattutto, diffidenze che travalicano qualsiasi tipo di negoziato. Nel giugno del lontano 1981 (allora le attenzioni furono rivolte all'Iraq di Saddam Hussein) un attacco aereo a sorpresa da parte

SOLEIMANI - 5 gennaio 2020

L’uccisione con un drone mq9 “reaper”del generale Soleimani (non solo, dal 1998, capo della unità di élite delle Guardie della Rivoluzione iraniane Quds, ma addirittura possibile successore della Guida Suprema Ali Khamenei) in risposta all’assalto sciita all’ambasciata USA a Bagdad sembrerebbe sproporzionata, se non ci fosse una ragione sottesa: lo stretto legame USA-Israele. Invero, gli Stati Uniti, che già con Obama avevano abbandonato il dispendioso ruolo di “gendarme” nel mondo ripiegando su se stessi, considerano Israele il loro alleato più affidabile nonché l’unico baluardo della democrazia liberale in Medio Oriente. Ora, il potente stratega Qassem Soleimani gestiva una organizzazione militare fatta di intelligence, ideologia, truppe, armi e missili a medio e corto raggio (più sofisticati e pericolosi dei vecchi razzi Katyusha). Questa “struttura” oltre a rifornire la guerriglia sciita libanese Hezbollah e l’organizzazione sunnita di Hamas nella Striscia di Gaza aveva, ormai,

ERDOGAN E LA LIBIA - 29 dicembre 2019

ERDOGAN E LA LIBIA. Consapevole del ruolo ormai assunto dal proprio Paese nell’Unione Europea a seguito dell’avvio dei negoziati di adesione, forte del cruciale peso strategico nella NATO anche grazie ad un consistente esercito ben preparato ed equipaggiato, consapevole pure che il Paese è sempre più il trait d’union fra Occidente, Islam “democratico e moderato” e Islam “radicale”, Recep Tayyip ERDOGAN  (approfittando, sapientemente, dell’ assenza in ambito Europeo di una politica estera e di difesa comune nonché della frammentazione dell'UE su qualsiasi problematica, dalla Libia al governo dei flussi migratori)  cerca di ritagliare per sè e per la Turchia un ruolo di primo piano nello scacchiere geopolitico internazionale. Infatti, a gennaio prossimo  il Parlamento turco sarà chiamato a votare una mozione (il cui esito appare scontato) sull'invio di soldati turchi in Libia (a due passi dall’Italia) dietro espressa richiesta di aiuto del governo di unità libico presieduto da

RIFORMA DELLA PRESCRIZIONE - 15 dicembre 2019

Se c'è un modo pessimo per ovviare alle inefficienze e lentezze del processo penale e' quello di, anziché investire e puntare nell'organizzazione degli Uffici, andare a comprimere principi ed istituti di civilta' giuridica. Riguardo la prescrizione penale il dibattito in corso deve necessariamente essere ricondotto nel giusto alveo perche' a sentire certe dichiarazioni essa appare come una sorta di mannaia stronca processi pilotata  da avvocati scaltri e prezzolati. Non e' così. La prescrizione rimane solo una remota possibilita' (a maggior ragione dopo recenti novelle che per alcuni reati hanno aumentato le pene edittali, cui e' legato il calcolo temporale, nonche' introdotto pause di sospensione della stessa) che opera in quei casi in cui, per il lungo trascorrere del tempo, sia venuto evidentemente meno l'interesse pubblico a perseguire il reato in quanto ad esempio la possibilita' di reperire le prove per sostenere l'accusa sia res

HONG KONG - 1 dicembre 2019

HONG KONG, ex colonia britannica, è una regione della Cina popolata da 7 milioni di persone e  dotata, almeno fino al 2047, di una autonomia amministrativa speciale. Ha una propria cultura, batte una propria moneta, ha una proprio sistema politico e, soprattutto, ha uno stato di diritto improntato sul modello anglosassone che prevede, ovviamente, il diritto alla liberta' di parola e di manifestazione. Contro le "ingerenze" del governo di Pechino, che considerando Hong Kong parte integrante della Cina vorrebbe uniformare il sistema politico e giudiziario a quello centrale, sono in corso da diversi mesi veementi proteste e scontri con la polizia da parte di studenti e cittadini che vogliono che Hong Kong mantenga le proprie prerogative di autonomia e liberta'. Le elezioni locali dei consigli distrettuali di qualche giorno fa, che hanno visto una grande affluenza, hanno sancito la schiacciante vittoria dei candidati pro studenti. La governatrice di Hong Kong ha detto

OPERAZIONE "SCOTT RINASCITA" - 22 dicembre 2019

Salvo il principio della presunzione di innocenza per le persone coinvolte nell'indagine, si tratta di un eccellente risultato dello Stato contro la criminalita' organizzata, ma fintantoché l'humus   - dove gli intrecci denunciati germogliano, ramificano e si consolidano-   rimane sostanzialmente intatto, piu' che a una "Rinascita", o meglio, piu' che a "cittadini che si riprendono gli spazi liberati", assisteremo nuovamente, fra qualche anno, ad un ripetitivo "gioco dell'oca" dove cambiano solo i giocatori. L' humus di cui dicevo poc'anzi, non rilevante penalmente ma moralmente deplorevole, e' fatto di familismo amorale, clientelismo politico, capitalismo di relazione ed e' politicamente, socialmente e culturalmente trasversale e vi traggono profitto troppi (rubo l'espressione al prof. G. M. Flick) "dignitari poco dignitosi". Gia' dignita'! Una  politica corrotta, piegata agli interessi pers

NAVE GREGORETTI - 19 dicembre 2019

Pensate (fonte BBC) che per soli 240 clandestini (una inezia rispetto ai numeri a cui siamo abituati in Italia) giunti in Inghilterra attraverso il canale della Manica dal novembre 2018, nel gennaio scorso il ministro della difesa britannico su sollecitazione del ministro degli interni autorizzò con decreto  l’invio dell’incrociatore corazzato “Mersey” nello stretto di Dover (noto anche come passo di Calais) per aiutare le guardie di frontiera britanniche e le autorità francesi nel loro compito di monitorare e contrastare il movimento di migranti clandestini. Ora, piaccia o non piaccia, i diritti inviolabili tanto reclamati e sbandierati, che tutelano noi e tutelano i migrati allo stesso modo, sono nati proprio all'interno di Stati nazionali, come appunto l’inghilterra appena citata, con tanto di confini, acque territoriali e sovranita' ben difesi e presidiati da eserciti e marina militare (la stessa Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo adottata dall'assemb

IL PESO DELL'ITALIA E DELL'UE IN LIBIA - 9 gennaio 2020

La quasi irrilevanza dell'Italia (ma anche della UE come osserva il direttore del "Il Giornale" nel suo arguto articolo di fondo) nello scacchiere geopolitico non puo' essere imputata soltanto agli attuali Premier e responsabile della Farnesina, ma bisogna, onestamente, andare dietro di decenni. Il pacifismo a senso unico unito ad un antimilitarismo ideologico e sconclusionato finiscono, a conti fatti, per essere controproducenti per le sorti della pace stessa. Quando per decenni si inculca nell'opinione pubblica l'idea che le spese militari sono uno spreco, che gli eserciti non servono e che, da ultimo, i confini inviolabili e le acque territoriali sono vecchi concetti retaggio degli stati nazionali di matrice ottocentesca, destinati, pertanto, a lasciare il passo ad un moderno "mondialismo" senza patria e senza confini, i risultati, alla fine, sono quelli sotto gli occhi di tutti. Ieri il Premier Conte ha rimediato una figura sicuramente  non bu

ELEZIONI REGNO UNITO - 13 dicembre 2019

Credo che nessuno meglio di quelle decine di migliaia di giovani italiani, under 40 -che ogni anno, lasciandosi molto spesso alle spalle una situazione di precarietà e disperazione, scelgono il Regno Unito come meta preferita per costruirsi un futuro- possa spiegare in modo più pratico il successo dei Conservatori. Conservatori che dal 1979, a parte il decennio (1997/2010) del Governo laburista “sui generis” di Tony Blair/Gordon Brown (il primo dei quali, fra l’altro, connotò, senza farne mistero, la sua azione politica a quella di Margaret Thatcher che definiva “donna monumentale”) hanno governato, pressoché, ininterrottamente. Malgrado qualche rallentamento il quadro macroeconomico del Regno unito rimane ampiamente soddisfacente: Un tasso di disoccupazione in calo al 3.8%, una crescita del Pil del 1,3% (con un settore dei servizi che contribuisce per oltre tre/quarti alla sua composizione), un rapporto deficit/Pil all’1,3%, un rapporto debito pubblico/Pil al 85,2%, ma soprattutto,

FIORAMONTI - 26 dicembre 2019

Ammiro la decisione del Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Non entro nel merito di cio' che lo ha spinto a dimettersi, ma ne apprezzo il gesto. Lorenzo Fioramonti, che chiedeva 3 miliardi di euro per attuare il suo progetto di riforma della scuola, e' un personaggio controverso messo spesso in discussione per le sue idee ed esternazioni. Ma un politico, un membro del governo  nel momento in cui si rende conto che, per qualsiasi ragione, la propria visione non puo' trovare realizzazione, anche minima, fa bene per coerenza e serieta' verso i cittadini, ma anche verso se stesso, a rassegnare le dimissioni. Trovo per nulla dignitosi i politici che preferiscono sempre e comunque galleggiare nella palude della "politica politicante" per "spirito di servizio" non verso i cittadini, bensì verso il proprio curriculum vitae e verso una penosa ambizione personale. #caffealle18

IL BUFFET DELLA POLITICA - 30 dicembre 2019

Pare che nel MOVIMENTO 5 STELLE, è notizia di oggi, solo il 12% degli eletti in Parlamento (e, comunque, a questo 12% va espresso plauso per aver rispettato l’impegno preso) è in regola con il rendiconto e con le restituzioni. Il rapporto con il potere e con il denaro rivela, al di là di qualsiasi infingimento, la serietà e lo spessore morale ed umano di ogni uomo pubblico. Basti ripercorrere la storia di La Pira, De Gasperi, Einaudi, Lombardi, Pertini, Berlinguer, Pannella, Almirante per citarne alcuni. La politica italiana (traboccante di denari e privilegi) e come un pingue buffet ad una festa affollata e trendy. Per intuire chi fra gli astanti è il più ingordo e maleducato basta osservarne l’approccio col cibo. L'argomento e' tragicomicamente ricorrente tanto e' che una decina di anni fa circa, riferendomi alla situazione politica del 2011, scrivevo in un post “... chi ricambia chi? I finti moralizzatori di turno con il loro entourage che criticano il Governo al solo

COERENZA E POLITICA - 23 dicembre 2019

Stamane in viaggio in treno riflettevo  -ascoltando le dichiarazioni rese e i comportamenti contraddittori tenuti nel corso degli anni dai vari politici indistintamente-   sul difficile rapporto fra coerenza e politica. Ne ho tratto la conclusione, o meglio la conferma, che la coerenza non e' una categoria che appartiene alla politica italiana e, forse, e' per questo motivo che Andreotti, piu' intelligentemente e dignitosamente dei politici attuali, non ne dava menzione ed enfasi nei suoi interventi. #caffealle18

EINAUDI E L'EVASIONE FISCALE - 10 dicembre 2019

A proposito di evasione fiscale, un giovane Luigi Einaudi (Presidente della Repubblica dal 1948 al 1955) nel 1907 scriveva sul Corriere della Sera “Che i contribuenti combattano una diuturna, incessante battaglia contro il fisco è cosa risaputa, ed è nella coscienza di tutti che la frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno, quali sono, vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco”.  Se partiamo dal presupposto che ogni rappresentante delle Istituzioni, per via del ruolo che ricopre, non potrebbe dire, riguardo all'evasione fiscale, cose molto diverse da quelle dette dal Capo dello Stato qualche giorno fa ad una scolaresca, tuttavia viene da chiedermi che cosa avrebbe detto Einaudi al posto di Mattarella. #caffealle18

CASAPOUND/FACEBOOK - 12 dicembre 2019

La freschissima ordinanza pronunciata dal Tribunale di Roma su ricorso del Prof. Avv. Augusto Sinagra, che ha condannato Facebook all’immediata riattivazione della pagina di CasaPound Italia, pone degli interrogativi circa il ruolo che ha assunto nella societa' contemporanea questo utilizzatissimo social network. Partito inizialmente (probabilmente) con intenzioni piu' "leggiadre" e' divenuto man mano un potente veicolo pubblicitario fino ad assumere la veste di mezzo di informazione e, infine, di orientamento del consenso politico, dunque, con connotazioni tipiche del servizio pubblico. Rivestendo, pertanto, questo delicatissimo ruolo di orientamento del consenso politico (tutti i leader e partiti politici sono, ormai, "costretti" a utilizzarlo) non puo' unilateralmente, richiamandosi alle proprie regole di policy, oscurare questo o quel movimento politico. Il Giudice del Tribunale di Roma (anche se trattasi di una fase cautelare) sembra ammonire

MES - 6 dicembre 2019

MES: CHE SUCCEDE ORA? Piu' passano i giorni e piu' appare evidente che, per oltre un anno e mezzo, Governo e Parlamento, ma anche le altre Istituzioni preposte, hanno preso sottogamba la riforma del MES infilando il Paese in un cul de sac. Il Meccanismo, che di per se' sarebbe qualcosa di positivo, a detta di molti esperti ci penalizzerebbe nel momento in cui,  per accedervi (spero non accada mai), fossimo costretti, non rientrando nei parametri di accesso ordinari, a ristrutturare il debito. Dunque che fare? Una richiesta di modifiche ora appare tardiva, ma non votarlo sarebbe percepito come un pessimo segnale dai mercati con rischio di un nuovo innesco dello spread, che potrebbe raggiungere i picchi del luglio 2012. Votarlo, al contrario, vorrebbe dire proseguire nell'impegno di versare al fondo molti miliardi di Euro (comunque, meno rispetto a Francia e molto meno rispetto alla Germania). Tuttavia, in questa seconda ipotesi, la cosa e' per noi molto piu' g

LA PERFIDA GERMANIA - 11 dicembre 2019

UNA VOLTA C'ERA LA "PERFIDA ALBIONE", OGGI LA "PERFIDA GERMANIA". Quando leggo certe "amenità" contro la moneta unica ed i tedeschi ripenso con un po' di nostalgia all'entusiasmo che da studenti universitari provavamo all'idea di una Europa dei popoli unita e di una moneta unica condivisa. Mi chiedo se davvero la maggioranza degli italiani pensa che l'Euro sia lo strumento inventato dai tedeschi per distruggere l'industria italiana? Perché, se le cose stanno realmente cosi', restare nell'UE e' inutile e' controproducente. Germania ed Euro sono divenuti pericolosi e comodi alibi ai nostri difetti e responsabilità. Sono l'alto livello di tassazione, l'eccessiva burocrazia, il "gap" infrastrutturale, il "gap" in ricerca scientifica e innovazione, le difficoltà di accesso al credito, la concorrenza sleale legata alla globalizzazione, i problemi che attanagliano l'industria nazionale. St

FINANZIAMENTO PUBBLICO - 29 novembre 2019

Il "Bailamme" sulla fondazione Open mi fa venire in mente il discorso di Craxi alla Camera dei deputati (3 luglio 1992) sul finanziamento dei partiti (ne consiglio a chi e' giovane la visione su YouTube). Craxi fu il capro espiatorio di ogni malaffare. Probabilmente, per la legge di causalita' che governa  i fenomeni dell'universo, stiamo amaramente scontando, come italiani, l'ipocrisia e l'odio che riversammo sulla classe politica di allora additandola, comodamente, come sola responsabile dell'illegalita' diffusa e dimenticandone i meriti. Chi agito' il cappio contro Craxi (non faccio nomi per rispetto della dignita' delle persone), lucrando facilmente consenso elettorale, in quello stesso cappio giustizialista ci e' finito col proprio collo (e questo e' un insegnamento che i novelli "manettari" non dovrebbero dimenticare). Ho sempre ritenuto un errore l'abolizione tout cout del finanziamento pubblico dei partiti.

BERLUSCONI - 18 dicembre 2019

L'altro ieri mi e' finito sotto gli occhi un lancio ANSA del mese scorso (riportato nel riquadro) e mi sono chiesto, non per la prima volta, quante tasse avra' pagato Berlusconi in vita sua? Ovviamente non entro nel merito delle sue vicende giudiziarie e private; premetto non sono un suo estimatore, e non a causa dei "bunga bunga". Non mi piace perche' ha sostanzialmente avallato una societa' dove l'apparenza conta molto e la sostanza troppo poco; perché, come politico, ci ha lasciato un Paese peggiore di come lo aveva trovato nel 1994; perche' anziché fare la rivoluzione liberale promessa ha finito per dare più peso a quelle coorporazioni e a quel notabilariato "stantio" che ammorba  il Paese nella quasi inconsapevolezza generale e, ahimè, cosa ancor piu' preoccupante, giovanile. Sicuramente, apprezzo molto il Berlusconi imprenditore che negli anni 70 ebbe la la genialita' e l'intuizione, per quei tempi, del Mark Zuckerber

TUTTA COLPA DI ANGELA - 3 dicembre 2019

Prima il Fiscal Compact, poi la questione migranti, oggi il MES: mi chiedo se risponde davvero all'interesse nazionale questo clima di scontro e polemica itinerante  contro Germania e anche Francia? Temo che questo atmosfera avvelenata possa scavare dei solchi fra popoli, un po' come e' stato fra italiani del Sud e italiani del Nord. Ci sono circa 400 mila Italiani residenti in Francia e oltre 700 mila in Germania. Condividiamo con questi Paesi, cultura, arte, storia e anche tragedie oltre a importanti  scambi commerciali e interessi economici. Rimpiango, francamente, la diplomazia della Prima Repubblica. Inoltre, i vari accordi e trattati internazionali li abbiamo sottoscritti con piena capacita' di agire, non credo ci sia stato estorto il consenso. A me pare che questo continuo rimbrottare contro Francia e Germania e resto d'Europa e' solo un pericoloso alibi alle nostre responsabilita'. Una volta era sempre colpa di Andreotti, ora della Merkel. Attenti

TEST MEDICINA - 27 novembre 2019

pare che finalmente si dira' ADDIO AI TEST DI MEDICINA (fonte Il Mattino del 24 novembre 2019). Ho conosciuto diversi studenti animati da grande passione per lo studio della medicina che hanno perso alcuni anni della loro vita dietro questo meccanismo perverso dei test di ingresso, e solo grazie alla loro tenacia e  passione si sono, alla fine, laureati con il massimo dei voti. Chi restituira' loro quel tempo perso ingiustamente? Una classe politica che piange per l'aumento del consumo giovanile di droghe, ma avalla inutili e assurdi ostacoli al percorso realizzativo  di ognuno di loro (concorsi inutili, esami su esami,  percorsi formativi sine die utili solo al business della formazione) dimostra solo ipocrisia. Il percorso universitario deve essere serio e rigoroso (rigorosita' uniforme in tutti gli atenei) ed e' unicamente in quella sede che va operata una giusta selezione fra gli aspiranti medici. E, infine, se su 70 mila aspiranti medici 50 mila dimostrano d

MES - 28 novembre 2019

Rammento che il Meccanismo Europeo di Stabilità (tecnicamente organizzazione sovranazionale intergovernativa) non e' stato istituito quest'anno, bensi' nel lontano 2012 (con la piena adesione anche dell'Italia) per fornire aiuto ai Paesi membri che si trovano in gravi difficoltà finanziarie. Quello di cui si verte oggi e' solo una proposta di regolamento finalizzataa trasformare il MES in una sorta di Fondo monetario europeo. Questa proposta di riforma, a parte l'Italia, vede favorevoli tutti gli altri 18  Stati membri. Ora pur considerando la pertinenza dei rilievi che vengono mossi (ahime' solo tardivamente e non nelle sedi opportune a cio' deputate visto che l'Italia è dal 2012 a pieno titolo nel Consiglio dei Governatori che governa il meccanismo) soprattutto in merito ai parametri (sostenibilita' del debito e capacita' di rimborso) necessari per poter accedere al sostegno e che a detta di molti ci penalizzerebbero. Personalmente, rite