Il no di Olanda e Germania sugli Eurobond (o Coronabond) mi dispiace, ma lo trovo del tutto legittimo.
A parti invertite credo che qualsiasi ministro delle finanze avrebbe opposto, responsabilmente, il medesimo rifiuto.
In sostanza, alla Germania, in particolare, gli si chiede, mutatis mutandis, di fare ciò che fece con la Germania dell’Est nel post riunificazione del 1990 (in quel caso, però, trattavasi di fratelli tedeschi).
Ovviamente il timore di Olanda, Germania e dei Paesi del nord meno indebitati è che gli Eurobond (o Coronabond), in caso di insolvenza di uno degli Stati membri maggiormente indebitati (Grecia, Spagna, Italia), alla luce della garanzia prestata in solido da tutti gli Stati della UE, potrebbero pregiudicare le rispettive oculate finanze.
Preso atto di quanto sopra, tuttavia Mark Rutte e Angela Merkel dovrebbero capire che noi italiani ci troviamo, ovviamente per responsabilita' nostre, in un vicolo cieco e che senza Eurobond, o meglio, senza la possibilita' di pagare sui debiti sovrani gli stessi interessi che pagano loro, al riparo dallo spread, siamo, vuoi o non vuoi, spacciati.
Infine, bisogna prendere atto che, al di là della unione monetaria, non vi è mai stata alla base una “sincera” unione politica fra Stati membri, come denota la divisione su ogni questione rilevante (immigrazione, difesa comune, politica estera ecc.).
Questa vicenda e gli attacchi indecorosi che sono seguiti all'indirizzo di Paesi con cui, comunque, abbiamo notevoli interessi comuni nonché scambi commerciali e culturali, dimostra quanto, al di là di interessati atteggiamenti di facciata, populismo, localismo e qualunquismo sia diffuso, e latente, tanto nella destra quanto nella sinistra italiana.
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