Creare nuovo debito attraverso gli EUROBOND significherebbe pagare tassi di interesse prossimi allo zero, con uno spread disinnescato e con la certezza di collocare gli EUROBOND sui mercati finanziari;
Significherebbe, altresi', la possibilita' di rifinanziare, gradualmente, tutto il vecchio debito pubblico italiano, man mano che scade, sostituendolo con i nuovi EUROBOND piu' solidi poiche' garantiti da tutti i Paesi UE e molto piu' convenienti per noi. Cio' comporterebbe un salutare alleggerimento dell'insopportabile carico degli interessi sul nostro debito pubblico.
A mio avviso, questa e' l'unica possibilita' sostenibile per poter rimanere nell'Unione Europea.
Va aggiunto che l'iter degli EUROBOND , a differenza del prestito MES, per essere approntato richiede del tempo e, a fronte dell'impellente bisogno di liquidita', si dovrebbe dunque valutare, nell'immediato, la possibilita' di ritenere sufficiente un impegno formale unanime vincolante da parte del Consiglio Europeo.
Invece, attingere al canale MES, con o senza condizionalita' e/o "addolcimenti", come suggerisce il senatore Monti, significherebbe, comunque, dover ripagare successivamente il prestito ottenuto sull'unghia dal MES con il sistema ordinario di emissione di titoli del debito pubblico nazionali, garantiti solo dallo Stato italiano, non agevolmente collocabili sui mercati finanziari se non con tassi di interesse appetibili e dunque alti, e, sempre sotto la spada di Damocle dello spread e non al riparo dalla speculazione finanziaria.
Il nuovo debito generato, in entrambe le due ipotesi, farebbe, quasi certamente, aumentare dal 135% al 180% il rapporto Debito/Pil.
In sintesi, la differenza, non di poco conto, fra EUROBOND e ricorso al prestito MES risiede proprio nel peso degli interessi da pagare.
Ora, con un sistema produttivo nazionale, fiaccato e demotivato da problematiche stratificate, gia' presenti prima della nuova crisi originata dal blocco dell'economia da Covid-19, il quale sistema non e', a mio parere, ragionevolmente, in grado di reggere per molto tempo ancora il peso della enorme mole degli interessi sul debito, come si puo' oggi, in piena crisi economica da pandemia, immaginare che, il medesimo sistema produttivo, pressoche' fermo, con le mille incognite legate alla ripartenza, possa reggere una nuova e maggiore mole di interessi su un debito non piu' al 135%, bensi' al 180% se non oltre?
Conte, probabilmente, lo ha capito, Monti pare di no.
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