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LA BOSCHI E IL SINDACO D'ITALIA

Bastava, a suo tempo, scegliendo la via del dialogo e della ragionevolezza e non quella dell'autoreferenzialita' e dell’"ingordigia" di potere (tentazione, ahimè, ricorrente in ogni leader di turno col vento in poppa) che l’on. Boschi, Matteo Renzi & Adulatores (oggi col solo 4% nei sondaggi molti di meno)   -i quali viaggiavano intorno al 40% del consenso popolare-  ascoltassero i suggerimenti e le riserve di autorevoli giuristi (Cit. Zagrebelsky, Rodotà, Pace, Ferrara, Gallo, Villone, Besostri, Azzariti, Grandi, Carlassare, Ainis etc.) i quali opportunamente paventavano il rischio concreto di un “governo padrone del sistema costituzionale”, di una “dittatura della maggioranza”, di un “governo degli oligarchi”, di “strapotere del partito unico” (allora, ovviamente, PD). 
Non ebbi in simpatia quella riforma gia' dal luglio 2014 intravedendo, fin dalla fase di gestazione, il rischio di una maggioranza (minoranza nel Paese) “pigliatutto”; inoltre, non apprezzai per nulla il metodo, sfornito di un serio contraddittorio, adottato dal Governo per farla approdare alla conclusione del doppio iter parlamentare. Sono fortemente convinto che il Paese, piu' di ogni altra cosa, necessiti di una riforma costituzionale organica e che anche il taglio dei parlamentari sottoposto al prossimo referendum del 29 marzo (di cui scrivero' piu' in la') vada inquadrato nell’ottica di un intervento legislativo piu' ampio ed articolato che tocchi pure la legge elettorale. Purtroppo fra i partiti è sempre in agguato la reciproca diffidenza nonché il timore di consegnare   -attraverso leggi elettorali con premi di maggioranza-   al partito (o alla coalizione) uscito vincente dalle urne il controllo dei due rami del Parlamento e, conseguentemente, il Governo indisturbato del Paese in assenza di un rassicurante sistema di contrappesi e garanzie. Si preferisce, dunque, l’ingovernabilità o al massimo “governi ammucchiata” fra forze politiche disomogenee e agli antipodi che poi finiscono, irrimediabilmente, per non governare e non decidere offrendo l'indegno spettacolo trasformista sotto gli occhi di tutti. Per poter approntare efficacemente le riforme strutturali necessarie, l'Italia ha bisogno come il pane  di un sistema costituzionale moderno ed efficace cui   -a fronte di un Governo forte, stabile e in grado di governare per tutto il corso del mandato ricevuto-   corrisponda un sistema di Contrappesi altrettanto autorevole a garanzia dell'opposizione e della sua imprescindibile funzione di controllo senza alcuna confusione fra controllati e controllori e commistione fra i rispettivi ruoli. #caffealle18

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