Sono giunto alla consapevolezza che il generosissimo, consolidato e granitico sistema italiano dei privilegi non è scardinabile. Esso è così ben rodato e sapientemente “luciferino” che prima ammanta e poi seduce chiunque, armato delle migliori intenzioni, vi entri in contatto per emendarlo e moralizzarlo. Nel 2002 il deputato Raffaele Costa pubblicò per mondatori, addirittura, un dizionario dei privilegi dalla a alla z. Ovviamente, la classe politica, che detiene nelle mani lo strumento legislativo, è sempre molto generosa con se stessa e con chi vi è ben integrato conferendo, proprio grazie al potere di legiferare, quel manto di legittimità ad una serie di privilegi che puntualmente generano nell'opinione pubblica un senso comune di iniquità e ingiustizia, tanto più forte quanto più si avverte, con la crisi economica, lo squilibrio, in termini di benessere, fra il ceto politico e il ceto medio fuori dal palazzo. Questo “universo” di privilegi, che credo non abbia eguali in nessun altro Paese avanzato, non è formato solo dai vitalizi dei parlamentari, contro i quali proprio in queste ore il movimento 5 stelle è sceso nuovamente in piazza, ma di una “giungla” di aumenti, incentivi, scatti, prepensionamenti, riconoscimenti, contributi figurativi e ogni altra grazia di dio e riguarda non solo deputati e senatori, ma anche segretari, vicesegretari, consiglieri, documentaristi, commessi, elettricisti e perfino barbieri e, ovviamente, burocrati e mandarini collaterali alla politica. Gia' nel lontano 1975, di fronte alla disparità salariale e alla giungla retributiva delle Camere, l’allora vicepresidente del Consiglio Ugo La Malfa invei' contro il Parlamento che a suo dire si poneva “a capofila della degenerazione del più assurdo privilegio”. Sandro Pertini, a quei tempi Presidente della Camera dei deputati, sentendo crollare sotto tali privilegi mezzo secolo di vita politica onesta presentò amareggiato le dimissioni. Ovviamente, chi difende i vitalizi invoca, legittimamente in uno stato di diritto, la legge e perfino la giurisprudenza delle sezioni unite della cassazione. Ma, paradossalmente, mentre il vitalizio da migliaia di euro percepito dai superstiti del parlamentare deceduto da anni è pienamente legittimo ai sensi di legge, al contrario, poche decine di euro rimediate da un disoccupato per tirare a campare con l'aiuto di qualche lavoretto in nero, per quella stessa legge, non lo sono. Moralità e legittimità non sempre coincidono. #caffealle18
Pe' prenne posizione sur tema der momenno, che po' esse er covidd, l'imigrazione, oppure er referendum, da "La Repubblica", a primo matino, Bertoldo se legge l'articolo de fonno. Ner pomeriggio, poi, se fa un giro da Fertrinelli a compra' er libbro più inn der momento. Pe pote' segui', der politically correct, l'umore se sfoja pure er sole 24 ore. De capoccia sua a ragiona' manco a parlanne, dovesse lo sforzo rompe quarche vena. Cor giornale sotto braccio er petto tronfio e cor libro più fico in mano, pronto per baccaja' su l'argomento, adascio adascio Bertoldo procede cojonato, fesso e contento.
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