Beninteso, non ho nulla contro gli ex parlamentari che appellandosi alla legge, alla giurisprudenza e allo "Stato di diritto" difendono il loro vitalizio e il vecchio metodo di calcolo; non mi piace fare i conti in tasca agli altri.
Molto probabilmente, quello che ha fatto l'altro ieri la Commissione giurisdizionale del Senato (tuttavia, di giurisdizionale, nella sostanza, mi pare abbia ben poco, temo il prof. Elio Fazzalari impallidirebbe) ha solo anticipato la probabile bocciatura, da parte della Consulta e/o in ultima istanza, della CEDU di Strasburgo, della delibera voluta dal movimento 5 stelle e nata "arraffazzonata" in partenza, come spesso accade ai provvedimenti legislativi recenti.
Tuttavia, la copertura di legittimita' e la giurisprudenza costituzionale sui "diritti acquisiti" non rendono, per questo, i vitalizi e il loro metodo di calcolo "meno privilegio" di quel che sono nella realta' dei fatti e nella percezione da parte dell'opinione pubblica.
Questo “universo” di privilegi, che credo non abbia eguali in nessun altro Paese avanzato, non è formato solo dai vitalizi degli ex parlamentari, bensi' da una “giungla” di aumenti, incentivi, scatti, prepensionamento, riconoscimenti, contributi figurativi e ogni altra grazia di dio e riguarda non solo i membri delle Camere, ma anche segretari, vicesegretari, consiglieri, documentaristi, commessi, elettricisti e perfino barbieri e, ovviamente, burocrati e mandarini collaterali alla politica.
Lo "Stato di diritto", declamato e giustamente reclamato, dove e' cieco e dove provvede: capita, allora (grazie alla copertura di legittimita' conferita a un provvedimento moralmente discutibile da parte di chi detiene lo strumento legislativo) che un ex parlamentare, in base ad una legge, quindi legittimamente, dopo solo una settimana di permanenza in Senato, percepisca da 40 anni un vitalizio di 2300 euro netti al mese.
Lo "Stato di diritto", declamato e giustamente reclamato, dove e' cieco e dove provvede: capita, allora (grazie alla copertura di legittimita' conferita a un provvedimento moralmente discutibile da parte di chi detiene lo strumento legislativo) che un ex parlamentare, in base ad una legge, quindi legittimamente, dopo solo una settimana di permanenza in Senato, percepisca da 40 anni un vitalizio di 2300 euro netti al mese.
Mentre, accade che un povero "disgraziato" (ce ne sono tanti, troppi) senza una regolarita' contributiva (e non per propria scelta, ovviamente), arrivi alla soglia dei sessanta senza pensione e debba, per "sfamarsi", "buscarsi" a nero, magari munito di un tagliaerba, 40 euro da spendere al supermercato, col rischio di essere scoperto e multato in quanto, per l'identico "Stato di diritto", in questo caso un po' cieco, considerato lavoratore irregolare ed evasore fiscale.
Non sempre cio' che e' legittimo e' morale e viceversa.
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