Passa ai contenuti principali

Un "nuovo" Senato perno di un rinnovato sistema istituzionale e il ruolo fondamentale dei piccoli partiti - uno spunto di riflessione -

Trasformismo parlamentare (favorito dall’indebolimento delle ideologie); instabilità politica; 65 Governi in 73 anni di storia della Repubblica Italiana; Esecutivi che, di fatto, non scelgono e disperdono le loro responsabilità all’interno di coalizioni "posticce" e disomogenee; ricorrente paura delle urne per via del timore (anche a causa di leggi elettorali maggioritarie con premi in seggi che hanno sostituito il vecchio sistema proporzionale puro, annacquando di fatto i quorum) di consegnare il controllo delle due Camere e dunque il Governo, pressoché indisturbato, del Paese agli “odiati” avversari politici; preoccupante delegittimazione e radicalizzazione dello scontro politico.

Queste le vicende cui assistiamo puntualmente ad ogni crisi di governo (e quella in atto non fa eccezione), le quali mettono in risalto i difetti, i limiti e le degenerazioni dovute all’eccesso di parlamentarismo che nel 1948 traeva nobile giustificazione dall’uscita del Paese da un regime autoritario, ma che oggi non appare il linea con l’esigenza di disporre di un sistema costituzionale efficace per approvare quelle leggi (prima fra tutte una rigorosa disciplina dei conflitti di interesse) e approntare le riforme strutturali (lavoro, previdenza, fisco, debito pubblico, giustizia ecc.) di cui il Paese ha bisogno, senza per questo dover sacrificare il principio di rappresentatività del Parlamento e l’irrinunciabile funzione delle opposizioni.

Per ovviare a queste problematiche e per avere Governi stabili per tutto l'arco della legislatura e, soprattutto, nelle condizioni di poter attuare il programma presentato agli elettori (maggiormente a seguito di un Parlamento ridotto numericamente a 400 deputati e 200 senatori) ritengo non più rinviabile una iniziativa parlamentare, ampiamente condivisa, che porti ad riforma costituzionale finalizzata a superare l'attuale bicameralismo paritario differenziando nettamente le funzioni dei due rami del Parlamento.

In tale ottica, immagino una Camera di 400 deputati eletta con una legge elettorale maggioritaria, o proporzionale, con premio di maggioranza (con o senza sbarramenti) cui attribuire, in via esclusiva, sia la potestà sulle leggi ordinarie, sia il voto di fiducia al Governo, di modo che, ad ogni tornata elettorale, esca dalle urne una maggioranza chiara e coesa a supporto di un Esecutivo, e di un Presidente del Consiglio più forte, che governi per tutto l’arco della legislatura (sarebbe meglio 4 anni anziché gli attuali 5) al riparo da crisi e scioglimenti anticipati, assicurando altresì una maggiore speditezza all’iter legislativo e decisionale.

Come contrappeso, penso ad Senato di 200 “maggiorenti” eletto ogni 5 anni e in periodi temporali non coincidenti con l’elezione della Camera (in modo da richiamare l’attenzione dei cittadini su tale differenziazione rimarcando l’importanza e la solennità di questo nuovo Senato posto a “usbergo” dei diritti e libertà di tutti) con un sistema elettorale proporzionale puro (fissato con legge costituzionale), senza alcun sbarramento, di modo che questa Assemblea senatoriale sia lo specchio fedele di tutto il popolo Italiano, nessuno escluso, e di modo che anche i partiti con lo 0,5% possano eleggere un loro rappresentante, esercitare il “diritto di tribuna”, e, soprattutto, concorrere alla nomina di tutti gli Organi di garanzia (e con questo rispondo, indirettamente, anche alla domanda del prof. Gustavo Zagrebelsky Il quale  in una recente intervista provocatoriamente chiedeva "i piccoli e i piccolissimi partiti sono un bene o un male per la democrazia?"). 

Dunque, un nuovo Senato capace di riavvicinare concretamente i cittadini al “Palazzo” che si ponga come trait d’union rafforzato fra sovranità popolare e Istituzioni e che oltre alla potestà sulle leggi di rango costituzionale operi, rispetto alla Consulta, un controllo preventivo di costituzionalità, obbligatorio ma non vincolante, sui disegni di legge ordinaria in discussione alla Camera dei Deputati e, soprattutto, essendo pienamente rappresentativo, elegga in via esclusiva, con quorum ponderati e qualificati, i Giudici della Corte Costituzionale, i membri del CSM di nomina parlamentare, i membri onorari della magistratura (art. 106, comma 2, Cost.), i membri delle Amministrazioni indipendenti, c.d. Authority (ANTITRUST, AGCOM, PRIVACY, CONSOB, IVASS ecc.), il consiglio di amministrazione della RAI, il governatore della Banca d’Italia ed, infine, in concorso con altri gradi elettori il Presidente della Repubblica (ma con un Senato del genere potrebbe essere anche il Presidente di questa Assemblea a svolgere le funzioni di Capo dello Stato).

Questo “nuovo” Senato, espressione fedele e perfettamente speculare di tutto il popolo italiano, nonché perno di un rinnovato sistema Istituzionale, proprio grazie a questa peculiare funzione di garanzia e controllo sull'operato del Governo e indirettamente sui c.d. “poteri forti”, salirebbe nella considerazione e nel gradimento di tutti gli italiani di qualsiasi orientamento politico.

A mo' di esempio, pensiamo alle Authority quali l'ANTITRUST, che vigila sul rispetto delle regole sulla concorrenza contro gli abusi di posizione dominante e concentrazioni, oppure alla IVASS, che vigila sui grandi gruppi assicurativi a protezione degli assicurati, o alla CONSOB, che si occupa della tutela degli investitori e di mercato azionario e, altresì svolge, insieme alla Banca d'Italia, attività di vigilanza sulle banche, o ancora all’ AGCOM, che assicura la corretta competizione fra gli operatori delle telecomunicazioni e, fra le altre cose, vigila affinché ai cittadini ed alle imprese sia garantito il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero di cui all'art. 21 della Costituzione (in tal senso, alla luce delle recenti vicende, sarebbe auspicabile un ampliamento di competenze e poteri sanzionatori riguardo al ruolo preponderante assunto dai social network), oppure infine alla stessa RAI col suo importante ruolo di servizio pubblico e di informazione politica: Ebbene, non so voi, ma personalmente mi sentirei più tutelato, riguardo a competenza, imparzialità, terzietà e indipendenza (soprattutto dai cosiddetti "poteri forti") se i componenti degli organi collegiali delle Amministrazioni indipendenti appena menzionate nonché del Cda della RAI fossero scelti, con appositi quorum qualificati, collegialmente da 200 "autorevoli" senatori fedele espressione di tutte le forze politiche presenti nel Paese e in rappresentanza di tutti i cittadini italiani di qualsiasi orientamento. 

Questo perché, state attenti, una democrazia rappresentativa compiuta richiede effettiva partecipazione e inclusione; un sistema costituzionale moderno ed efficiente richiede che a fronte di un Governo forte ed autorevole (che a fine mandato si presenti responsabilmente al vaglio degli elettori senza scusanti e giustificazioni di sorta, nudo di fronte ai propri meriti e/o demeriti, per essere confermato o mandato a casa) debbano corrispondere Contrappesi altrettanto forti ed autorevoli senza alcuna confusione fra controllati e controllori e commistione fra i rispettivi ruoli.

Commenti

Post popolari in questo blog

NAVE GREGORETTI - 19 dicembre 2019

Pensate (fonte BBC) che per soli 240 clandestini (una inezia rispetto ai numeri a cui siamo abituati in Italia) giunti in Inghilterra attraverso il canale della Manica dal novembre 2018, nel gennaio scorso il ministro della difesa britannico su sollecitazione del ministro degli interni autorizzò con decreto  l’invio dell’incrociatore corazzato “Mersey” nello stretto di Dover (noto anche come passo di Calais) per aiutare le guardie di frontiera britanniche e le autorità francesi nel loro compito di monitorare e contrastare il movimento di migranti clandestini. Ora, piaccia o non piaccia, i diritti inviolabili tanto reclamati e sbandierati, che tutelano noi e tutelano i migrati allo stesso modo, sono nati proprio all'interno di Stati nazionali, come appunto l’inghilterra appena citata, con tanto di confini, acque territoriali e sovranita' ben difesi e presidiati da eserciti e marina militare (la stessa Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo adottata dall'assemb

Il moderno Bertoldo (sonetto in romanesco)

  Pe' prenne posizione sur tema der momenno,  che po' esse er covidd, l'imigrazione, oppure er referendum,  da "La Repubblica", a primo matino, Bertoldo se legge l'articolo de fonno.   Ner pomeriggio, poi, se fa un giro da Fertrinelli a compra' er libbro più inn der momento.   Pe pote' segui', der politically correct, l'umore se sfoja pure er sole 24 ore.   De capoccia sua a ragiona' manco a parlanne, dovesse lo sforzo rompe quarche vena.   Cor giornale sotto braccio er petto tronfio e cor libro più fico in mano,  pronto per baccaja' su l'argomento,  adascio adascio Bertoldo procede cojonato, fesso e contento.

Corruzione e appalti … domani è un altro giorno si vedrà ….

Ci risiamo. Gli appalti pubblici ancora una volta si manifestano come il terreno di coltura prediletto della corruzione e del malaffare in questo Paese sempre più sciagurato. Relegare il contrasto di tale fenomeno al solo codice penale è insufficiente come ampiamente dimostrato dal riemergere periodico di gravi scandali. Alla corruzione vanno tagliate le gambe agendo sapientemente e diligentemente sui meccanismi che la generano. Un rimedio efficace, quanto meno da sperimentare, potrebbe consistere nell'introdurre capillarmente nel settore appalti pubblici il criterio del sorteggio: Una volta individuata e deliberata l’opera pubblica da eseguire e determinatone il giusto prezzo grazie all’ausilio di esperti (eliminando, così, il meccanismo anomalo dei ribassi che compromette la serietà e la congruità dell’offerta stessa) l’appalto andrebbe assegnato unicamente mediante pubblico sorteggio nell’ambito di un elenco aperto e certificato di imprese interessate e con comprovate