Visti gli ultimi eventi pare che la legislatura sia ormai giunta al capolinea.
Si iniziano a delineare schieramenti e programmi in vista dell’appuntamento elettorale.
Il vento dell’antipolitica
sembra essere stato placato e in tal senso il successo di partecipazione
alle primarie è stato sbandierato come il riavvicinamento dei cittadini
alla politica.
Il sospetto di chi scrive è che
sistematicamente il coinvolgimento emotivo dei propri elettori -come è
già accaduto nella contese elettorali del 94, 96, 2001, 2006, 2008-
venga usato dalla classe politica per distogliere l’opinione pubblica da
una necessità non più procrastinabile: Una seria riforma della
politica, dei suoi meccanismi e dei suoi costi.
Se non si parte da
quest’emergenza (che dovrebbe essere affrontata prima del voto),
terminata la contrapposizione fra tifoserie elettorali ci ritroveremo lo
stesso problema enormemente ingigantito.
Ma, purtroppo, la classe politica è più propensa a guardare all’interesse di bottega che a quello generale del Paese.
La politica ha assolutamente
bisogno di acquistare autorevolezza fra la gente e ciò è possibile solo
con massicce iniezioni di trasparenza e sobrietà:
Indennità, dignitose e non di più, proporzionate all’apporto effettivamente dato e ancorate a criteri meritocratici;
rigidi limiti temporali ai
mandati parlamentari per evitare egoismi, accaparramenti di cariche,
cartelli, familismi amorali e ogni sorta di settarismo;
introduzione nei partiti di
reali e sostanziali criteri di democrazia e partecipazione interna a cui
subordinare ogni riconoscimento e finanziamento pubblico;
permeabilità effettiva dei
medesimi alla società civile che deve necessariamente trovare sbocco e
rappresentanza diretta nelle Istituzioni poiché non è più accettabile
che la parte produttiva dell’Italia resti fuori da queste ( le
candidature, di ogni schieramento, dovrebbero essere espressione almeno
al 50% della società civile che spesso non ha il tempo materiale di fare
politica, ma che confrontandosi quotidianamente con problemi reali è in
grado di tradurli in istanze politiche);
introduzione di una sorta di
CLASS ACTION che legittimi le associazioni di cittadini, consumatori o
contribuenti maggiormente rappresentative a livello locale e nazionale a
esercitare di fatto, nei casi di corruzione o malversazione, una
vigilanza sui loro eletti e sul loro operato anche tramite la
proposizione di azioni di risarcimento danni innanzi ai Tribunali
Civili.
Quest’ultimo punto è
fondamentale visto l’insufficiente controllo operato dalla Corte dei
Conti e preso atto della impossibilità di contrastare efficacemente la
corruzione e la malversazione con il solo codice penale.
La sopravvivenza del sistema
Italia passa per la moralizzazione della spesa pubblica: Più si
moralizza la spesa pubblica più si rende immorale l’evasione fiscale.
In vista della prossima contesa
elettorale sarebbe bene che, ogni tanto, qualche cittadino, di
qualunque idea e schieramento, ponesse delle domande in merito ai propri
candidati.
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