Nella storia, a volte, capita che grandi uomini compiano gesti di grande
civiltà morale e giuridica; cosicché è successo che, nella giornata
contro l’omofobia, per la prima volta, rappresentanti di concittadini
omosessuali, che vedono reiteratamente, anche mediante violenze,
mortificata la loro dignità di persone perbene e il loro diritto ad
avere una vita affettiva degna, sono stati ricevuti con tutti gli onori
al Quirinale.
In un’ Europa dove sul riconoscimento e la tutela dei diritti degli omosessuali c’è una quasi unanime convergenza che va da Zapatero a Sarkozy fino al cristiano-democratico Balkenende è giunta l’ora, anche qui da noi, che una legge regolamenti i diritti (casa, assistenza in caso di malattia, trattamento previdenziale e pensionistico etc…) delle persone stabilmente conviventi.
Nel 2007 una storica pronuncia della Prima sezione civile della Corte di Cassazione ( Sent. n. 16417 ) affermò un importante principio di diritto sostenendo che l’omosessualità va riconosciuta in quanto espressione del diritto alla realizzazione della personalità di ognuno.
I giudici di piazza Cavour vollero sottolineare che la libertà sessuale deve essere intesa anche come libertà di vivere senza condizionamenti e restrizioni delle proprie preferenze sessuali in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità tutelato dall’art. 2 Cost.
In sintesi, la libertà sessuale (etero o omo) vista come estrinsecazione del diritto inviolabile e incomprimibile alla realizzazione e allo svolgimento della personalità di ogni individuo e, pertanto, degna di tutela costituzionale ai sensi dei principi fondamentali sanciti nella nostra Carta.
Tale contributo proveniente dalla Corte di Cassazione di Roma, cunabula iuris, che afferma un fondamentale principio di civiltà giuridica, ribadito dal Capo dello Stato, dimostra come a volte la giurisprudenza di un Paese, su temi importantissimi quali l’affermazione dei diritti civili, sia molto più all’avanguardia della sua legislazione.
http://italiavivibile.ilcannocchiale.it/2010/08/16/il_presidente_e_lomofobia.html
In un’ Europa dove sul riconoscimento e la tutela dei diritti degli omosessuali c’è una quasi unanime convergenza che va da Zapatero a Sarkozy fino al cristiano-democratico Balkenende è giunta l’ora, anche qui da noi, che una legge regolamenti i diritti (casa, assistenza in caso di malattia, trattamento previdenziale e pensionistico etc…) delle persone stabilmente conviventi.
Nel 2007 una storica pronuncia della Prima sezione civile della Corte di Cassazione ( Sent. n. 16417 ) affermò un importante principio di diritto sostenendo che l’omosessualità va riconosciuta in quanto espressione del diritto alla realizzazione della personalità di ognuno.
I giudici di piazza Cavour vollero sottolineare che la libertà sessuale deve essere intesa anche come libertà di vivere senza condizionamenti e restrizioni delle proprie preferenze sessuali in quanto espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità tutelato dall’art. 2 Cost.
In sintesi, la libertà sessuale (etero o omo) vista come estrinsecazione del diritto inviolabile e incomprimibile alla realizzazione e allo svolgimento della personalità di ogni individuo e, pertanto, degna di tutela costituzionale ai sensi dei principi fondamentali sanciti nella nostra Carta.
Tale contributo proveniente dalla Corte di Cassazione di Roma, cunabula iuris, che afferma un fondamentale principio di civiltà giuridica, ribadito dal Capo dello Stato, dimostra come a volte la giurisprudenza di un Paese, su temi importantissimi quali l’affermazione dei diritti civili, sia molto più all’avanguardia della sua legislazione.
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